viaggioinmarocco

tour operator: Francorosso anno: 2004    durata: 15 gg
alloggi: Hotel mezzi: aereo, pullman

Viaggio in Marocco effettuato nel Marzo del 2004. Principali località visitate : Sidi Moktar, Essaouira, Safi, El Jadida, Casablanca, Rabat, Fès, necropoli di Chellah, Volubilis, Moulay Idriss, Meknes, Ifrane, la Valle dello Ziz, Erfoud, Merzouga, l'Erg Chebbi, la Valle del Dràa, Zagora, Ouarzazate, Tamegroute, la kasbah di Taourit, kasbah di Aït Benhaddou, la Valle del Dadès, Tinerhir, le Gola del Todra, Passo del Tizi n'Tichka, Marrakech.



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Diario del viaggio in Marocco in formato word. versione del diario di viaggio in Marocco in formato Word ( solotesto )
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31 Marzo 2004   
Ouarzazate - la Valle del Dadès - Gole del Todra - Ouarzazate

Questa mattina niente valigie, zaino leggero e via, effettueremo un'escursione che ci vedrà attraversare la Valle del Dadès fino alle Gole del Todra, per tornare in serata nella nostra base di Ouarzazate. La Valle del DadèsVideo su Youtube s'insinua come una sottile lama, ad est di Ouarzazate, tra la catena dell'Alto Atlante e i picchi neri di origine vulcanica della zona desertica del Jebel Sarho. Grazie alla presenza di numerose oasi, alimentate dalle acque dell'Oude Dadès, la valle permise fin dai tempi antichi un insediamento stabile, come testimoniano le numerose kasbah che si incontrano e che le hanno valso l'appellativo di Valle delle Mille Kasbah. Non saprei dirvi se il numero corrisponde al vero, ma è certo che per parecchi chilometri i paesi sono cosi ravvicinati che sembrano quasi formare un unico insediamento abitativo. La Valle del Dadès è conosciuta anche con l'appellativo di Valle delle Rose, per via dell'intensa coltivazione che vi si svolge e da cui si ricava praticamente qualsiasi tipo di prodotto cosmetico possibile, dalle essenze alle creme, dai saponi ai profumi e cosi via. E' un vero peccato essere in anticipo sul periodo della fioritura,Una kasbah a Skoura, seleziona per ingrandire perché senza dubbio dev'essere uno spettacolo incredibile, sia per gli occhi che per l'olfatto. Il primo paese che s'incontra lungo la valle è Skuora, un importante centro scolastico. Ai margini della strada si erge questa maestosa kasbah da cartolina, con alle spalle il profilo delle cime dell'Alto Atlante ancora innevate.  Altre kasbah sono visibili nelle oasi di questa zona, ma si possono raggiungere solo con sentieri sterrati. Il viaggio prosegue attraverso un panorama arido e roccioso, mentre un falco pellegrino, che volteggia leggiadro sopra di noi, sembra accompagnare i nostri passi. In questa zona il governo marocchino ha avviato da tempo un programma di rinverdimento sfruttando tecnologie innovative già sperimentate in altre zone desertiche. Purtroppo per ora, da quello che si può vedere, senza risultati apprezzabili. Continuiamo ad inoltrarci all'interno della Valle del Dadès arrivando in breve  nel paese di El-Kelâa M'Gouna, il principale centro di produzione di acqua di rose e di tutti gli altri preparati realizzati con le foglie della pianta. La raccolta dei fiori avviene nel mese di Maggio e culmina con una caratteristica festa popolare. - Inutile aggiungere che qui fosse programmata una sosta tattica presso una delle tante aziende, per permettere alle gentili signore del gruppo di "saccheggiare" allegramente l'annesso spaccio di vendita - Dal paese di El-Kelâa M'Gouna e per una quarantina di chilometri fino al paese di Boumalne du Dadès è tutto un susseguirsi di kasbah grandi e piccole, meglio conservate o meno, con il panorama che si fa più verde grazie ad un'unica grande oasi che s'insinua lungo il corso del fiume.



Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco

Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès  - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès © - Marocco
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La Gola del Todra ©, seleziona per ingrandirePrima del paese di Boumalne du Dadès una deviazione a sinistra conduce alle Gole del Dadès. Una zona suggestiva e ricca di kasbah e ksar, come suggerisce la guida di viaggio della Lonely Planet, peccato che non faccia parte del nostro programma di viaggio. Dopo aver attraversato Boumalne du Dadès, centro d'un vivace mercato settimanale che si tiene all'interno d'un caravanserraglio, continuiamo il nostro viaggio verso le Gole del Todra, la nostra meta finale. Lungo la strada, dopo Imiter, ci fermiamo a Tinerhir, un paese conosciuto ed apprezzato per la produzione dei tappeti, che qui, a detta della nostra guida Saâd, costano meno che altrove. Provare per credere, come recitava lo slogan d'un famoso imbonitore televisivo in voga alcuni anni fa, e per provare non potevamo certo esentarci dal fare un salto in uno dei numerosi bazar che s'incontrano lungo la strada. Giusto il tempo di alleggerire la carta di credito e di appesantire il carico dei regali per il volo di rientro. Devo anche aggiungere, ad onor del vero, che pur non essendo un amante dei tappeti alcuni mi sono sembrati veramente belli, così come notevoli erano i prezzi, un bel salasso. Lasciata Tinerhir, apprezzata anche per la sua antica medina con un souq ed un ksar originali, dopo pochi chilometri arriviamo finalmente alle Gole del Todra. La principale è una frattura naturale che divide la catena dell'Alto Atlante dai contrafforti del Jebel Sarho. I raggi del sole che riescono a penetrare all'interno delle vertiginose pareti di roccia creano fantastici giochi di luce, in particolare all'alba, momento in cui è possibile godere appieno del magico effetto. Le Gole del TodraVideo su Youtubesono inoltre frequentate da numerosi appassionati di arrampicata, che nelle sue pareti verticali trovano una palestra naturale che ben si presta per praticare questo tipo di sport. All'interno scorre un piccolo torrente dalle acque cristalline, a cui una leggenda locale attribuisce miracolose proprietà benefiche e curative.



Le Gole del Todra - Marocco

Le Gole del Todra - Marocco Le Gole del Todra - Marocco Le Gole del Todra - Marocco Le Gole del Todra - Marocco Le Gole del Todra - Marocco
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E' ormai pomeriggio inoltrato quando riprendiamo la strada del ritorno verso Ouarzazate. Lungo la strada abbiamo modo d'ammirare gli stupendi panorami che la Valle del Dadès ci offre nel suo versante orientale. Un susseguirsi di villaggi dalle piccole case colorate, come ad esempio Tizgui, ricchi di vita ed inseriti in un ambito paesaggistico unico tra appezzamenti coltivati, palmeti e kasbah abbandonate, mentre sullo sfondo pianure desolate si protendono incontro al deserto roccioso del Jebel Sarho.



Paesaggi nella valle del Dadès nel versante Orientale - Marocco

Paesaggi nella valle del Dadès, un bambino torna dai campi con il suo asinello - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco
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Paesaggi nella valle del Dadès, donne berbere con i vestiti della festa - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco

Click sul fotogramma per ingrandirlo Paesaggi nella valle del Dadès - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès © - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès © - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès © - Marocco Paesaggi nella valle del Dadès © - Marocco




1 Aprile 2004   Ouarzazate - Passo del Tizi n'Tichka - Marrakech

Lasciamo la città di Ouarzazate cullati dal canto di un'antica nenia berbera. Il suono si affievolisce nel silenzio di sconfinati altopiani, mentre gli occhi sono ancora pieni delle struggenti emozioni che il sud del Marocco ha saputo regalarci. Abbiamo assaporato i ritmi arcaici d'una vita al di fuori del tempo, in cui ogni più piccolo gesto esprime muto una sapienza antica e dove tutto sembra farsi polvere per confondersi con la sabbia del deserto. In un continuo fluire di stupefacenti contrasti, fissati in maniera indelebile nei nostri ricordi. La tortuosa salita al passo del Tizi n'Tichka, seleziona per ingrandire Una sottile vena di malinconia pervadere l'aria ed in tutti noi s'appressa quel sentimento di nostalgia che invade l'animo quando ogni viaggio ha ormai intrapreso la strada del ritorno. E' come se solo ad un tratto ci s'accorgesse del tempo che è passato e di quanto poco manca alla fine. La strada sale incessante, arrampicandosi per tortuose vie verso il passo del Tizi n'TichkaVideo su Youtube, ben oltre i 2000 mt. Ci lasciamo alle spalle il paesaggio lunare dell'Anti Atlante, intervallato da spettacolari e verdi terrazze, mentre una leggera foschia scende a incappucciare la cima della montagna che si staglia davanti a noi. Sembra quasi d'essere sospinti in avanti dall'alitare d'uno spirito antico, partecipe anche lui del rito che con la ripida discesa La spettacolare veduta di verdi terrazze dalla cima del passo del Tizi n'Tichka, seleziona per ingrandire verso Marrakech ci apre la via verso una nuova dimensione. E finalmente arriviamo a Marrakech, ultima tappa del nostro viaggio in Marocco e migliore sintesi possibile di questa stupenda esperienza. La città che più d'ogni altra sa offrire un autentico punto di vista sull'insieme cosi variegato e composito della cultura di questo paese, tra la ragion d'essere araba e l'antica memoria berbera, tra sapori mediterranei e profumi africani, in un continuo equilibrio tra antico e moderno che qui convivono l'uno accanto all'altro, ora sfiorandosi appena, ora intrecciandosi indissolubilmente. La storia della città di Marrakech è costellata di splendori e miserie. Dall'anno della sua fondazione, avvenuta nel 1062 ad opera del sultano almoravide Toussef bin Tachfin, è stata più volte capitale del regno e più volte conquistata e ridotta ad un rango inferiore. Molte delle sue antiche bellezze architettoniche sono andate irrimediabilmente perdute, distrutte dalla nuova dinastia che subentrava alla precedente. Ma anche nei momenti di maggior decadenza la città è sempre riuscita a mantenere intatto un suo fascino intimo e discreto, sapendo rinascere ogni volta dalle sue stesse ceneri; al di fuori e all'interno delle sue antiche mura, che al tramonto si tingono di rosso porpora, colorate dal sangue che sgorgò quando fu costruita la Koutoubia, la grande moschea, come narra un'antica leggenda berbera. Prima di sistemarci nuovamente, per gli ultimi giorni di tour, nello stesso albergo che ci ospitò al nostro arrivo in Marocco, il moderno Atlas in ave de France, ci fermiamo in centro, ansiosi di dare un primo assaggio all'atmosfera che si respira in città e che contrasta in maniera così 'rumorosa' dal sud che abbiamo appena lasciato. Ed ogni tour che si rispetti non può che iniziare dal suo cuore pulsante, piazza Djemaa el-FnaVideo su YoutubePizza Djemaa el-Fna. Crocevia dove passato e presente s'incontrano e si confondono, all'interno di uno spazio in cui gli spettatori stessi son chiamati a farsi attori. Vi regna ancora una calma apparente e tutto è sospeso come in una religiosa attesa. Si ha quasi il timore di violarne l'intimità, come a risvegliare quello spirito ancestrale che tutte le sere la possiede e che ora sembra placato. C'è una forza inesorabile che ti attira verso il suo centro, nell'attesa che si apra di nuovo il sipario sullo spettacolo che si rappresenta oggi come come cento anni fa. Perché questa piazza è il teatro del mondo che cambia, e che pur rimane sempre uguale a se stesso.


La piazza Djemaa el-Fna si prepara al suo spettacolo ©


E cosi per un magico incanto, mentre le ombre della sera scacciano gli ultimi furtivi raggi del sole, la piazza inizia a risvegliarsi e a prendere nuovamente vita. In un attimo tutto diventa clamore, mentre un incessante brulicare d'anime s'affanna alla propria opera. Spuntano cosi, fuori dal nulla, gli attori di questo immaginifico circo che ogni sera e da ogni luogo attira a se comparse e spettatori. Qui s'ingegnano ad allestir banchetti, li ad accendere fuochi, la a cucinare pietanze e piatti dei più ricercati, mentre volute di fumo denso si spandon per l'aria, saturando le narici di speziate fraganze: pesce fritto, carni arrostite, brodo di lumache, zuppe di verdura, pani fragranti, frutta fresca, montagne di dolci caramellosi, in un continuo vociare di richiami che t'accompagna e ti tira, ora da una parte ora d'altra. E ad ogni angolo puoi esser partecipe d'una scena diversa, saltimbanchi e giocolieri, incantatori di serpenti e ammaestratori di scimmie, cantastorie e danzatori, megere e fattucchiere, cavadenti e vecchi stregoni, mentre tutto inizia a girare vorticosamente attorno e dentro di te, nell'attesa che tu decida fino a che punto vuoi esser partecipe del gioco. E' una delle esperienze più incredibili e coinvolgenti a cui si possa assistereVideo su Youtube. E' il momento in cui culmina l'esperienza trascendente del viaggio in questo splendido paese, imparando a gustare da viaggiatori un autentico squarcio di vita non precostituito ad uso e consumo di semplici turisti. Non ci sono regole né norme da rispettare, tutto è lasciato alla vostra libera interpretazione, potete essere attori o solo semplici spettatori, attraversarla da dentro o spiarla dall'alto d'una delle tante terrazze che la circondano. Cavaliere arabo dello spettacolo Fantasia, seleziona per ingrandire - Anticamente ogni grande e piccola città del Marocco ospitava al tramonto un'adunanza del genere, ma solo qui ha saputo mantenersi viva, grazie anche all'intuito del governo che si è prodigato perché potesse continuare a svolgersi. - Il programma della serata, con cui concludiamo il nostro primo giorno a Marrakech, prevede la cena facoltativa con spettacolo "Fantasia" presso il ristorante Chez AliVideo su Youtube, poco fuori della città sulla strada per Safi. Devo ammettere che in un primo momento, subdorando il solito pacco preconfezionato per turisti, avevo declinato gentilmente l'invito, salvo ripensarci più tardi, dopo aver letto sulla guida della Lonely Planet, generalmente poco tenera in circostanze simili, una nota specifica su come fosse in effetti uno dei pochi spettacoli folkloristici degni di nota. Posso aggiungere, a parte alcuni aspetti da Disney Araba, che la serata merita veramente, in particolare perché si ha modo di gustare un'ottima cena con alcune delle più squisite portate della cucina marocchina. Comodamente seduti sotto un'ampia tenda berbera, mentre diversi gruppi folkloristici si alternano ai tavoli per rallegrare la cena. Il menu della serata prevedeva: la zuppa Harira (la mia preferita, viene preparata con brodo d'agnello, pollo, vari tipi di verdure e spezie, come il coriandolo, la cannella, lo zafferano e con il tocco finale di alcune gocce di limone), una porzione di mezzo agnello alla brace per tavolo, diversi tipi di Coucous e Tajine e per terminare vari tipi di dolci, tra cui il m'hancha (paste piatte e rotonde farcite con miele, mandorle e coperte di glassa e cannella ). Al termine della cena, in un grande spazio all'aperto, si svolge uno spettacolo d'arte varia che comprende acrobazie a cavallo e cariche simulate che terminano con salve esplose da antichi moschetti.



2 Aprile 2004   Marrakech

La sala delle 12 colonne nella necropoli della dinastia saadita, seleziona per ingrandire Oggi dedichiamo la giornata alla visita di MarrakechVideo su YoutubeMarrakech, conosciuta anche con l'appellativo di "la città rosa". Scende una leggera pioggia mentre iniziamo la visita della necropoli che si trova vicino alla moschea della kasbah, appena passata una delle porte, Bab Agnaou, con cui si accede all'interno delle antiche mura che circondano la medina. La necropoli, costruita per volere del sultano Ahmed al-Mansour verso la fine del 1500, contiene le tombe della dinastia dei saaditi. Pur salvandosi dai saccheggi avvenuti alla caduta della dinastia stessa, fini ben presto nell'oblio, fino alla successiva riscoperta ad opera del generale francese Layautey. Il complesso è suddiviso in 3 piccole sale riccamente decorate da stucchi e intarsi in ceramica. All'interno riposano numerose spoglie di sultani e loro familiari. Una porta all'interno del Palais de la Bahia, seleziona per ingrandire La sala centrale, detta delle 12 colonne per via del colonnato interno realizzato con marmo italiano, è la più grande e maestosa ed ospita le spoglie del sultano che ne ordinò la costruzione. Appena dietro la moschea e la necropoli si trova uno dei palazzi più famosi di Marrakech, il Palais el-Badi, costruito tra il 1578 ed il 1602 per volere dello stesso sultano Ahmed al-Mansour. Nel periodo di maggior splendore il palazzo era considerato uno tra i più belli al mondo, purtroppo oggi, in seguito al saccheggio seguito alla conquista di Marrakech ad opera del sultano Moulay Ismail, versa in cattive condizioni. Splendidi interni si possono invece ammirare, poco lontano, nel Palais de la BahiaVideo su Youtube, un palazzo in stile marocchino utilizzato ancora oggi dal sultano e dalla sua famiglia. Costruito alla fine del XIX sec., come residenza di un gran visir del sultano Moulay al-Hassan I, il palazzo si presenta con una struttura articolata formata da numerosi ambienti, collegati tra loro da patii, giardini e stretti corridoi. Ogni stanza è rifinita da decorazioni in ceramica alle pareti, stucchi ed intarsi di legno sui soffitti e negli stipiti delle porte. Terminata la visita del palazzo ci rechiamo in rue Riad Zitoun el-Jedid, per ammirare la collezione di uno dei più interessanti e spettacolari musei di tutto il Marocco, il museo Dar Si Said. - Una visita da non mancare assolutamente. - In effetti il nome, attribuito oggi comunemente al museo delle Arti Marocchine, dovrebbe essere più propriamente riferito al palazzo che lo ospita, fatto costruire dal fratello del gran visir Bou Ahmed, quello per il quale venne edificato il Palais de la Bahia. I giardini di Majorelle, seleziona per ingrandire Il museo ospita una delle più belle e raffinate raccolte d'arte: gioielli in argento, oggetti in legno d'uso comune, stupendi portali intarsiati, ceramiche decorate a mano, tappeti ed arazzi, antichi giochi per nobili bambini, armi da fuoco e caratteristici pugnali, peccato che al suo interno sia severamente proibito scattare fotografie. Proseguendo nel nostro giro riprendiamo il pullman e ci spostiamo nella zona nuova di Marrakech, la ville nouvelle, per visitare le Jardin Majorelle, uno dei numerosi giardini esotici che si trovano in cittàVideo su Youtube. Creati dal pittore francese Jacques Majorelle sono oggi di proprietà dello stilista Yves Saint-Laurent ( uno dei tanti nomi noti, tra cui anche parecchi italiani, che possiedono una casa in città ). Al loro interno sono ospitate varie specie di piante, in particolare cactus provenienti da varie parti del mondo e buganvillee. L'atmosfera tranquilla e rilassata ed il delicato profumo dei fiori concorrono a farne un'oasi di pace che invita a prendersi una sosta dalla caotica e frenetica vita che scorre appena fuori. I giardini ospitano anche un piccolo museo di Arte Islamica in cui è possibile ammirare alcuni dei lavori di Majorelle. Passato il momento d'immersione nella natura siamo pronti a rituffarci nella medina e mentre ci dirigiamo per il pranzo in uno dei famosi Una bottega nel souq, seleziona per ingrandire palazzi, antichi riad trasformati in raffinati ed eleganti ristoranti, attraversiamo il souq con il suo dedalo di vicoli, negozi, piccole botteghe artigianali. Con quel vociare che ora aumenta e ora scompare come per magia, appena girato un angolo, per piombare in un surreale silenzio. Il souq di Marrakech ha il fascino ed i connotati tipici di tutte le grandi città marocchine, dove più forte si avverte l'impronta araba e dove ogni volta si è pronti a lasciarsi stupire, in un panorama che offre di se un'immagine sempre unica e diversa. E mentre la sera si avvicina la forza ancestrale della piazza Djemaa el-Fna ci richiama nuovamente a se. E' incredibile come si possa restare incantati di fronte a questo spettacolo, che muta ogni sera per riman fedele a se stesso. Quello che prima si presentava in un modo ora assume una sfaccettatura nuova, una voce si sovrappone ad un'altra nella nostra memoria e sembra quasi di non essersene mai staccati come legati da un filo invisibile. Per concludere la giornata ci concediamo una puntata al casinò nel famoso albergo La Mamounia, appena dentro la medina passata la porta di Bab el-Jedid, e con il pretesto di ammirare gli interni di questo splendido palazzo, costruito tra il 1925 ed il 1929 e meta preferita di personaggi storici come ad esempio Winston Churchill, tentiamo la fortuna nella sala delle slot machine ( per accedere nella sala vera propria occorre essere in giacca e cravatta ), riuscendo perfino a vincere qualche centinaio di dinari.



3 Aprile 2004   Marrakech

Oggi aleggia una strana atmosfera in albergo, è il nostro ultimo giorno di permanenza in Marocco, non c'è nessuna sveglia che ci inviti ad alzarci, nessun orario da rispettare e nessuno che ci aspetti per iniziare un nuovo giro. Non c'è neanche la nostra guida Saâd ad augurarci il buongiorno, siamo soli e liberi, e per la prima volta ci sentiamo un po' persi, come sospesi tra un quotidiano che di li a poco abbandoneremo e il quotidiano della nostra vita che presto riabbracceremo. Ed allora è invitabile che in tutti noi monti quell'impalpabile malinconia che precede la partenza,  che rende svogliati e sazi, come se tutto fosse già compiuto e nulla più ci attendesse. Quanto possono essere lunghi, seppur brevi, quindici giorni, quanto è facile immergersi in una realtà cosi diversa dalla nostra da non volersene più staccare. Mi rimane ancora qualche foto da scattare, qualche regalo da portare via, e cosi a piedi raggiungo di nuovo la medina, il souq, la piazza, cercando di memorizzare ogni viso, ogni sorriso, ogni più piccolo ricordo di questo stupendo paese. Il pomeriggio poi, insieme con altri del gruppo, affittiamo una di quelle carrozzelle che stazionano nei pressi di Djemaa el-Fna e che per una modica cifra offrono la possibilità di rivivere tutto da una prospettiva diversa, attraverso gli stretti vicoli della medina in cui il vetturino deve destreggiarsi profondendo tutta la sua notevole abilità. Con un piccolo supplemento, lo chiamano giro completo, si può arrivare fin dove ha inizio il palmeto. Non ha nulla a che spartire con i bei palmeti del sud del paese, ma è comunque interessante passare a velocità ridotta nel caos del traffico dei quartieri periferici ricchi di vita. Al termine della giornata decidiamo di concludere il nostro viaggio in Marocco in una maniera un po' insolita, andando a mangiare un hamburger nel McDonald che si trova nella zona nuova della città. Siamo gli unici stranieri presenti, ma ci confondiamo facilmente con i ragazzi del luogo, i cui modi, per molti versi, non sono dissimili da quelli di qualunque ragazzo della stessa età in una qualunque città italiana, a dimostrazione di come questo paese, così legato alle sue tradizioni, ai suoi ancestrali modi di essere, sia anche un paese proiettato verso usi e costumi più occidentali.          



4 Aprile 2004   Marrakech - Bologna

E' l'alba quando incontriamo per l'ultima volta la nostra guida Saâd, il tempo dei saluti si è fatto urgente, il suo compito è finito ed ora raggiungerà per qualche giorno di riposo il suo piccolo paese nel sud. Il nostro aereo è pronto sulla pista e mentre decolla noi stiamo gia rientrando nella vita di tutti i giorni, forse qualcuno sta gia pensando al prossimo viaggio e qualcun'altro, forse, sta già pensando al giorno in cui ritornerà...




Diario Parte 3^




note

Ricordate, tutto cambia. Per questo quello che era vero all'epoca del mio viaggio oggi può non esserlo più !

Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Marocco" della Lonely Planet edita da EDT Aprile 2003. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate, o sono state concesse in uso da amici che hanno partecipato con me al viaggio. Sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.



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