viaggioacuba

tour operator: Alpitour anno: 1998    durata: 15 gg
alloggi: Hotel Cuatro Vientos a Playa Santa Lucia mezzi: aereo, auto a noleggio

Viaggio a Cuba effettuato nell'inverno del 1998. Principali località visitate : l'Avana, Camagüey, Viñales, Pinar del Río, Trinidad, Cayo Coco.


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Diario del viaggio a Cuba in formato word. versione del diario di viaggio a Cuba in formato Word ( solotesto )
Diario del viaggio a Cuba in formato word versione del diario di viaggio a Cuba in formato Word ( confoto )







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La propaganda murale è molto diffusa Chissà se il mitico Chè si sta rivoltando nella tomba, perché credo che la Cuba di oggi dev'essere molto diversa da quella che lui e Fidel sognavano, quando rintanati sulla Sierra Maestra, in una delle umide serate caraibiche, fantasticavano davanti a una bottiglia di rum sul futuro vincente della loro Revoluction. La fine degli aiuti sovietici, le timide aperture all'iniziativa privata, l'aumento del flusso turistico, sono solo alcuni dei fattori che stanno rapidamente trasformando lo spirito di Cuba, che per decenni, nel suo splendido isolamento, ha fronteggiato le gravi crisi politiche ed economiche che si sono via via si sono succedute con un senso dell'unità nazionale fiero ed orgoglioso. Quando l'embargo USA cesserà la trasformazione subirà un impulso definitivo ed è per questo che consiglio di visitare Cuba oggi, prima che ritorni ad essere uno dei tanti paesi caraibici nell'orbita americana.

Il nostro viaggio ha inizio con lo sbarco all'aeroporto di Camagüey, terza città dell'isola e capitale dell'omonima provincia, dopo un volo di circa 10 ore da Milano con la Lauda Air ( ottimo il servizio a bordo ). Un'ora di trasferimento in autobus e arriviamo all'Hotel Cuatro Vientos nell'amena località turistica di Playa Santa Lucia. Il tempo d'ambientarci e di capire che forse siamo arrivati nel posto sbagliato. Il complesso è carino e funzionale, la spiaggia discreta Il mezzo più veloce per arrivare a Play Los Cocos ( anche se consiglio quella di Playa Los Cocos, pochi chilometri a nord degli alberghi, mezz'oretta a bordo di simpatici calessini ), ma la località non è ancora sviluppata e non offre molto. Quello che però più conta è che se volete capire lo spirito di Cuba, e non siete venuti solo per fare amicizia con una bella jineteras, risiedere nella stessa località in maniera permanente non è la soluzione ideale. Meglio invece noleggiare un'auto ( aria condizionata obbligatoria ) e prepararsi a mettere in conto qualche migliaio di chilometri, controllando spesso il serbatoio perché i distributori Servi-Cupet, evitate di acquistare benzina dai privati lungo la strada, non sono così numerosi. D'altra parte è proprio così che viaggiavano molti ragazzi italiani che abbiamo incontrato e nessuno di loro ha avuto di che lamentarsi. Quando deciderete di fermarvi basterà che vi guardiate in giro con aria interrogativa e sarete sommersi di offerte per dormire e mangiare nelle abitazioni private, i famosi paladares. Altrimenti, come abbiamo fatto noi, potrete alloggiare comodamente per una o più notti in uno dei numerosi alberghi che si trovano sparsi sull'isola. E cosi, dopo aver noleggiato un'auto, ci ritroviamo sulla Carretera Central, la principale arteria stradale che con i suoi 1119 Km attraversa tutta l'isola da Pinar del Río a Guantánamo, sotto uno di quegli acquazzoni tropicali in cui sembra che il cielo abbia voglia di esaurire tutta l'acqua di cui dispone. Per fortuna durano poco e si può riprendere il viaggio in relativa sicurezza, ad una velocità di crociera comunque ridotta perché sulle strade, anche le principali, possono apparire all'improvviso delle piccole voragini ( la situazione economica di Cuba fa si che la manutenzione delle strade non sia delle più rigorose, ma c'è da comprenderli ). Altra precauzione è quella di evitare lunghi spostamenti notturni, in considerazione della scarsa illuminazione stradale e della contemporanea presenza di veicoli al traino animale privi di segnalazione, delle vere e proprie mine vaganti soprattutto quando alla guida c'è qualcuno che ha fatto un'abbondante scorta di rhum, nello stomaco...Sulla Carretera Central Dopo circa 5 ore ed aver attraversato metà isola arriviamo sani e salvi all'Havana. Nella capitale non è difficile orientarsi, basta fare riferimento al mare che la lambisce per tutta la sua lunghezza formando cosi l'omonima baia. Dopo che vi sarete sistemati ( qui consiglierei di pernottare in un albergo ) e avrete lasciato la macchina in un parcheggio a pagamento per evitare inconvenienti ( regola che vale per tutte le grandi città che visiterete ), potrete muovervi facilmente a piedi o in taxi, le vecchie macchine degli anni '50 lasciate dagli americani e che l'ingegno dei cubani riesce ancora a far camminare, ricordandovi sempre di concordare in anticipo il prezzo della corsa. L'Havana è divisa in 15 distretti, quelli che a mio avviso meritano una visita sono la Habana Vieja, il Centro Habana, e il Vedado con la Plaza della Revoluctión e il Malecón, circa 8 Km di lungomare che abbracciano la città da una punta all'altra. Per la visita della città dedicate almeno due giorni iniziando dal cuore ricco di fascino coloniale dell' Habana Vieja, dove con una buona guida alla mano ( noi usavano Cuba della Lonely Planet pubblicata in Italia dalla EDT ) potrete visitare la Catedral de San Cristóbal de la Habana, iniziata dai Gesuiti nel 1748 nella Plaza omonima, il Museo de Arte Colonial , in Calle San Ignacio 61, la Plaza de Armas con il Palacio de los Capitanes Generales, antica sede dei governatori spagnoli che ospita ora il Museo de la Ciudad, e il Castillo Real de la Fuerza, la più antica fortezza coloniale ancora esistente. Fate poi un salto all'Hotel Ambos Mundos, appena dietro Plaza de Armas, per visitare la stanza 511 dove Hemingway visse per qualche tempo e dove iniziò a scrivere il famoso romanzo "Per chi suona la campana". Altri luoghi legati alla presenza del famoso scrittore all'Havana sono il locale Floridita , non perdetevi il suo daiquirí, la Bodeguita del Medio e la sua ultima casa, trasformata ora in un museo, nel sobborgo dell'Havana di Finca La Vigía, verificate gli orari di apertura per non andare a vuoto.

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La Bodeguita del Medio La Cattedrale Il Capitolio Plaza della Revoluction La fabbrica di sigari Partagas

La zona del Centro Habana è dominata dall'imponente mole del Capitolio, costruito dal dittatore Machado come copia del Campidoglio di Washington. Attuale sede dell'Accademia delle Scienze e della relativa biblioteca nazionale, ha ospitato fino al '59 il Congresso Cubano. A nord e a sud si trovano due parchi, rispettivamente il Parque de la Fraternidad, costruito sul luogo dov'era ubicata la piazza d'armi degli spagnoli, ed il Parque Central con al centro la statua dedicata a José Martí eroe dell'indipendenza dalla Spagna. Non mancate infine d'omaggiare due dei più importanti simboli cubani, visitando la Fabbrica Reale di sigari Partagas, una delle più antiche manifatture dell'Havana, ed il Museo della Revoluctión, dove incontrerete una delle tante coloratissime scolaresche che vengono a conoscere la loro storia più recente . Il Vedado è un quartiere relativamente moderno e probabilmente vi sembrerà d'esser capitati in un'altra città. Qui lo stile coloniale, che vi ha accompagnato fino ad ora, cede il passo ad un insieme di alti e moderni edifici eredità del periodo d'oro della Havana, quando sotto la dittatura di Batista Cuba era una delle mete preferite dagli americani e dalla mafia... Da visitare la Plaza della Revoluctión, simbolo della rivoluzione castrista e sede di famose adunate oceaniche. Nella piazza si trova il monumento dedicato a José Martí al cui interno è allestito il museo omonimo; con i suoi 142 mt. rappresenta uno dei punti d'osservazione privilegiati sulla città, offrendo dalla sua terrazza panoramica, posta a quota 129 mt. e raggiungibile con un comodo ascensore, una magnifica vista sull'Havana. Per concludere la visita potete passeggiare sul suggestivo lungomare del Malecón, su cui s'affacciano eleganti palazzi che hanno vissuto decisamente tempi migliori. Quale migliore saluto all'Havana che assaporarne le antiche atmosfere malinconiche, mentre la città si specchia pigramente sulla sua baia.

Lasciata l'Havana ci dirigiamo verso ovest evitando accuratamente la zona troppo frequentata di Varadero, che si prolunga invece ad est della città, I Mogotes di Pinar del Rio immettendoci ben presto sull'autopista Habana-Pinar del Río che conduce nel cuore dell'omonima provincia. La provincia di Pinar del Río e' una parte di Cuba ancora poco sfruttata turisticamente, ma che offre dei paesaggi veramente suggestivi ed unici, dalle coltivazioni del tabacco ( l'80% del prodotto nazionale ), alle piantagioni di canna da zucchero, ai Mogotes, tipiche formazioni calcaree a forma di pan di zucchero presenti nella zona di Viñales, il tutto punteggiato da sonnacchiose e piccole città dal retaggio coloniale. La città di Pinar del Río non è molto grande e si visita facilmente in poco tempo, non mancate di fare un salto alla Fabbrica de Tobacos Francisco Donatien, dove sarete introdotti ai segreti delle varie fasi della concia delle foglie di tabacco. La zona è ricca di piantagioni, provate a visitarne qualcuna una lungo la strada, i contadini cubani saranno orgogliosi di mostrarvi il loro lavoro. Fuori dalla fabbrica, come in tutta l'isola, molti privati si offriranno di procurarvi sigari ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato nei negozi ufficiali, normalmente però questi sigari sono di qualità inferiore; sono in realtà quelli che spettano di diritto agli operai delle fabbriche stesse per il loro consumo privato e non appartengono alle serie più pregiate.

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Lasciata Pinar del Río ci dirigiamo verso la Sierra de los Organos in direzione di Viñales, una delle più belle aree naturali di Cuba, come avrete modo d'ammirare sostando sulla terrazza panoramica dell'Hotel Los Jazmines, circa 4 Km a sud del paese. Tutta l'area è caratterizzata dai Mogotes, fiabesche formazioni di roccia calcarea create dalla lenta opera d'erosione di corsi d'acqua sotterranei e risalenti a circa cento milioni di anni fa. Sulla parete di uno di questi, il Mogotes Dos Hermanas, circa 4 Km ad ovest di Viñales, è stato realizzato un enorme murales lungo 180 metri in cui è raffigurato il racconto della preistoria, non avvicinatevi troppo perchè si riesce ad apprezzarlo nella sua interezza solo da una certa distanza. Altra caratteristica della zona è la presenza di numerose le grotte, la più interessante, visitabile in parte a piedi ed in parte in barca lungo un fiume sotterraneo, è la Cueva dell'Indio, abitata dalle popolazione indigene di Cuba prima dell'arrivo degli spagnoli.

Ripresa l'autopista Habana-Pinar del Río puntiamo questa volta verso sud, diretti alla nostra prossima meta, l'antica città coloniale di Trinidad. Durante i vostri spostamenti lungo le principali arterie dell'isola non potrete fare a meno di notare delle persone abbigliate con una sgargiante divisa giallo senape, non sono un complemento folcloristico dei nostri vigili urbani, sono in realtà dei funzionari governativi che regolano la disciplina dell'autostop. Data la scarsità di mezzi pubblici e di corse regolari queste persone, per ottimizzare i trasporti, stazionano nei principali incroci disciplinando le liste delle persone in attesa d'un passaggio. Hanno il potere di fermare ed imbarcare, su tutti i mezzi statali e privati, a seconda delle destinazioni e dei posti liberi. I turisti, facilmente identificabili dal tipo di targa ( le auto a noleggio riportano l'indicazione particular ), sono di norma esentati, non sarebbe comunque una cattiva idea essere di un qualche aiuto, purtroppo per noi non fu possibile dato che eravamo già in cinque. A onor del vero devo aggiungere, per la serie tutto il mondo è paese, che una nuova e fiammante mercedes con a bordo un pezzo grosso dell'esercito e relativo autista non venne neanche degnata d'uno sguardo...

Trinidad è una città museo dichiarata dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità nel 1988, qui più che altrove si può rivivere la magica ed antica atmosfera coloniale dell'isola.Plaza Mayor Il fulcro della città ruota attorno alla Plaza Mayor, dove sono concentrati tutti gli edifici storici. Seleziona per ingrandire Vi si trovano il Museo Histórico Municipal, un ricco palazzo coloniale appartenuto ad un'antica famiglia del luogo e successivamente ad un ricco coltivatore di canna da zucchero, l'Iglesia Parroquial de la Santíssima Trinidad, in cui è venerato il Vero Cristo della croce, il Museo Romántico, Seleziona per ingrandire all'interno del Palazzo Brunet, che espone ambienti e oggetti risalenti al periodo coloniale, ed il Museo di Arqueología Guamuhaya, in cui si trovano manufatti di storia naturale ed artigianato indiano. Infine, per ammirare Trinidad dall'alto, raggiungete l'Ermita de Nuestra Señora de la Candelaria de la Popa salendo per calle Simon Bolivar, l'eremo del XVIII secolo è purtroppo andato distrutto, ma la vista sulla città è davvero notevole. Quello che però a Trinidad non dovete assolutamente perdere è l'occasione di poter mangiare in uno dei Paladares, ristoranti a gestione privata autorizzati dal governo a partire dal 1995, all'interno di una delle antiche dimore coloniali.

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Vivrete così l'esperienza di mangiare, posso assicurarvi bene ed a una cifra modesta, in un clima familiare; magari all'interno della sala da pranzo di un'antica e nobile famiglia d'origine spagnola, come se il tempo si fosse fermato all'epoca della conquista coloniale. I Paladares normalmente non hanno un'insegna esterna per cui affidatevi direttamente a qualche ragazzo del posto, faranno a gara per accompagnarvi, chiaramente per racimolare una piccola commissione dal proprietario. Una volta preso contatto scegliete il menu e stabilite il costo tutto compreso. La cucina cubana non ha grandi tradizioni, i piatti principali sono a base di carne di maiale ( puerco asado o carne de cerdo ) o pollo, accompagnati da riso condito con fagioli neri o rossi, insalate, pomodori, banane fritte e frutta fresca; il pesce è più difficile da trovare ma se avete deciso di gustarlo non fermatevi al primo Paladares. Ricordate di prenotare la vostra cena per tempo, normalmente circa due ore prima, perchè nei Paladares cucinano solo su ordinazione.

La Strada rialzata , Selezionare per ingrandire . Lasciata Trinidad sul mar dei Caraibi attraversiamo tutta l'isola nella sua larghezza e puntiamo verso nord in direzione di Cayo Coco sul lato Atlantico. I Cayos sono atolli corallini piatti, se ne contano più di 4000, per lo più disabitati. Dopo aver pernottato a Moron, una piccola cittadina di fronte al Cayo, ed aver cenato nuovamente e molto bene in un Paladares, praticamente nella cucina di casa d'un ingegnere perché nella sala da pranzo c'erano degli italiani che dormivano, la mattina successiva imbocchiamo la strada rialzata che dal 1988 unisce Cayo Coco con la terraferma. All'inizio della strada c'è un posto di blocco dove vengono controllati i documenti, perchè ai cubani, tranne quelli che lavorano negli alberghi sull'atollo, l'accesso è interdetto; presumo per paura che il cayo possa diventare una base per l'espatrio clandestino verso gli U.S.A. Cayo Coco è la più grande isola turistica dell'arcipelago di Camaguey, lunga 37 Km vanta ben 21 Km di spiagge di sabbia bianchissima lungo la costa atlantica.Una delle bellissime spiagge di Cayo Coco L'interno è ricoperto di foreste e popolato di animali selvatici, mentre il lato verso Cuba forma con questa una bassa laguna, ambiente ideale dove nidificano molte specie di uccelli marini, come gli aironi cinerini, i pellicani, ed i fenicotteri rosa ( se riuscite a vederne ). Cosi, dopo aver goduto dello splendido mare di Cayo Coco, terminiamo il nostro piccolo Tour di Cuba rientrando nel nostro albergo di Playa Santa Lucia. Qui trascorriamo la seconda settimana del nostro soggiorno, rinunciando purtroppo a visitare la parte sud di Cuba, ma d'altra parte, come ho già avuto modo di dire, se si vuole fare un giro completo dell'isola non bisogna avere una sistemazione fissa.

Non è comunque mancato il tempo, oltre che a crogiolarsi sotto il sole di playa Los Cocos, nella splendida cornice della piccola baia affacciata su un mare cristallino, di fare un salto a visitare Camagüey, la capitate La spiaggia di playa Los Cocos della provincia omonima. E forse potrà capitare anche a voi di conoscere un simpatico cubano che appena entrati in città ci è venuto incontro accogliendoci come se già ci conoscesse, gli è bastato citare a caso uno dei 2 o 3 alberghi di Playa Santa Lucia tanto vanno tutti li, offrendosi di farci gratuitamente da guida turistica in quello che era il suo giorno di riposo... Ad un certo punto, dopo averci scorazzato in lungo e in largo, ci ha chiesto di accompagnarlo a casa per evitare che la moglie, una ragazza carina e più giovane, lo rimproverasse per il ritardo. Così abbiamo conosciuto tutta la sua famiglia, animali compresi, apprendendo al contempo che gli necessitavano trenta dollari, che avrebbe prontamente restituito il giorno dopo, per fare un regalo ad un suo amico ( tenete conto che un camionista conosciuto in spiaggia ha quantificato il suo stipendio mensile in 5 dollari ). Sfortunatamente era il nostro penultimo giorno di permanenza a Cuba e si è dovuto accontentare di un bel deca italiano perché di dollari non ne avevamo più; è stato comunque molto contento lo stesso, perché, come ci ha fatto vedere e questa volta era vero, faceva collezione di monete straniere, spiegandoci anche che per quell'innocente hobby ( tanto per capire il clima che c'è ancora a Cuba ) aveva un regolare permesso della polizia. E così termina la nostra vacanza a Cuba, di cui ricorderemo per sempre, oltre alla bellezza dei luoghi, la cordialità e la simpatia del suo popolo.


note

Ricordate, tutto cambia. Per questo quello che era vero all'epoca del mio viaggio oggi può non esserlo più !

Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Cuba" della Lonely Planet, 1° edizione edita dalla EDT nel 1997. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.



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