viaggioabali

tour operator: Nouvelles Frontier anno: 1996    durata: 10 gg
alloggi: Hotel Putri Bali a Nusa Dua mezzi: aereo, taxi, auto a noleggio

Viaggio a Bali effettuato nell'Agosto del 1996. Principali località visitate : Nusa Dua, Pura Ulu Watu, Jimbaran, Kintamani, Tirta Empul e Penelokan, Goa Gajah, Ayung river, Pura Tanah Lot, Krambitan, Kuta, Pura Besakit, Klungkung, Goa Lawah, Pura Taman Ayun, Pura Ulu Danau, Banjar Tega, Nusa Lembongan, Pura Penataran Sasih, Pura Gunung Kawi, Pura Kebo Edan.


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Diario del viaggio a Bali in formato word. versione del diario di viaggio a Bali in formato Word ( solotesto )
Diario del viaggio a Bali in formato word versione del diario di viaggio a Bali in formato Word ( confoto )





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Mappa dell' isola di Bali, seleziona per ingrandire Avete in mente quelle Isole da sogno, quelle dove l'azzurro del cielo si specchia in un mare cristallino che lambisce dolcemente spiagge di sabbia dorata, quelle dove potreste starvene pigramente adagiati, mentre i caldi raggi del sole vi circondano in un languido abbraccio, immemori di tutta una vita spesa a combattere contro qualcosa o qualcuno. Avete in mente un posto del genere? Bene, perché se avete fatto 16 ore di volo da Roma, cercando di ricordare più preghiere possibili in mezzo ad un vuoto d'aria più forte del solito, per precipitarvi sotto l'ombrellone dopo aver arraffato il primo cocktail a porta di mano, avete sbagliato Isola. E si, perché la mitica Bali, perla incontaminata dei viaggiatori degli anni '60, i figli dei fiori di antesignana memoria, non esiste più. Il turismo di massa ( ahi come al solito, ma non ci sono andato anch'io? ), con il numero sempre crescente di alberghi, se no dove li mettono tutti, e la progressiva distruzione della barriera corallina, usata per farne materiale da costruzione, sono fattori che hanno contribuito nel tempo a produrre tali danni all'ecosistema marino dell'isola a cui difficilmente si riuscirà più a porre rimedio. Eppure, se saprete andare al di la delle apparenze, se saprete calarvi nell'atmosfera della loro quotidianità, lontani dai clamori da cartolina preconfezionata, immersi in una natura che rimane sfolgorante, armonizzati a quel gusto del tempo vissuto lentamente, allora e solo allora un leggero turbinio di emozioni, in un fantastico crescendo di colori, suoni, profumi, sapori, vi penetrerà dentro indissolubilmente e farà del vostro viaggio a Bali un'esperienza magica che ricorderete per sempre.

Bali ha un fascino davvero unico, gelosa delle sue antiche tradizioni induiste, enclave minoritaria nella più grande nazione musulmana del mondo, l'Indonesia. Qui tutto è pervaso da un intimo senso spirituale, non c'è villaggio che non abbia il suo piccolo tempio, non c'è campo o risaia che non abbia il suo angolo per le offerte, non esiste arte, che sia pittura, scultura, musica o danza che non ne tragga ispirazione, non c'è balinese che prima di compiere un qualunque atto, quotidiano o fuori dall'ordinario che sia, che non si rivolga ad una suprema entità celeste ( impossibile fare un esame anche solo superficiale della loro complicata cosmologia ) per chiederne aiuto e protezione. Con questo non pensate però d'esser capitati in una sorta di Paradiso terreste, perché comunque non vi saranno risparmiati tutti i "soliti" piccoli inconvenienti da turista occidentale, come tirare alla morte sul prezzo, chiedere al taxista di portarvi in posto ed essere lasciati in un altro, proporre alla vostra guida una piccola deviazione al programma e sentirvi rispondere che quel posto è a 5 Km di distanza, per scoprire poi che è appena dietro l'angolo ( a questo proposito quando contrattate specificate in maniera pedante tutti i luoghi che volete visitare ). Ma tutto fa parte del viaggio e alla fine quel loro modo di fare, unico e inimitabile, finirà per strapparvi un sorriso invece che farvi arrabbiare fino in fondo.

Bene e ora siete pronti a partire per la scoperta dell'Isola. Noi ci siamo stati in Agosto ( culmine della stagione secca ) ed abbiamo trovato un tempo splendido, non è anche questo un segno quando in tutto il Sud-Est Asiatico è tempo di uragani? Bali non è un isola particolarmente grande per cui è possibile fare base in una località e spostarsi poi di giorno in giorno verso i luoghi che avrete il piacere di vistare. La zona turistica più frequentata è quella a sud-ovest, qui troverete sistemazioni più economiche nell'area di Kuta, famosa per la sua lunga spiaggia e per gli australiani che ci vengono a fare surf ( occhio alle correnti ), mentre se vorrete concedervi qualcosa di più comodo potrete indirizzarvi nella nuova zona di Nusa Dua , dove ci siamo ritrovati anche noi avendo prenotato dall'Italia, un moderno concentrato di grandi complessi di lusso. Mollate le valigie in camera, riprendetevi dal fuso e organizzatevi. Accantonata l'idea di trascorrere tutto il tempo in spiaggia, ( come ho gia detto lo stato delle coste risente degli effetti legati alla distruzione della barriera corallina, con le spiagge ormai soggette al flusso delle maree e con l'acqua che, lungi dall'essere cristallina, si presenta biancastra e carica di sabbia in sospensione, se non quando sparisce proprio, in certe ore del giorno, allontanandosi per parecchie decine di metri; per lo meno questa è la situazione registrata a Nusa Dua ) potrete allora optare per diverse soluzioni: prenotare un tour organizzato, agganciare un simpatico taxista che vi farà da guida o muovervi autonomamente affittando una macchina ( ricordate si guida a destra, esperienza molto divertente ). Noi per non sbagliare le abbiamo provate tutte.

Tempio di Pura Ulu Watu, seleziona per ingrandire Cosi, il giorno successivo al nostro arrivo, noleggiamo un'auto in albergo e partiamo alla scoperta della piccola penisola di Bukit, nell'estremo sud, a poco distanza dalla zona di Nusa Dua. Qui si trova uno dei principali templi dell'isola, il Pura Ulu Watu, costruito su uno strapiombo a picco sul mare da cui si gode una vista mozzafiato sulla scogliera sottostante. Prestate attenzione alla colonia di scimmie che vive nelle vicinanze e che accogliendovi in cerca di cibo cercheranno di alleggerirvi di tutto quello che possono ( a fatica siamo riusciti a recuperare gli occhiali da sole della nostra amica Alessandra, anche perché dopo averne assaggiato le stanghette la simpatica scimmietta deve averli ritenuti poco commestibili). Il Pura Ulu Watu è dedicato agli spiriti del mare e fa parte dei templi direzionali, cosi chiamati perché costruiti in luoghi rituali rispetto ai punti cardinali. La struttura dei templi balinesi è molto articolata e come recita il termine sanscrito Pura ( spazio delimitato da un recinto ) è in realtà un insieme di più ambienti sacri, tra cui molto caratteristici sono i tempietti sormontati da tetti di paglia a più livelli, il cui numero indica la divinità a cui sono dedicati. Ricordate che per entrare nei loro templi, non tutti accessibili ai turisti per motivi religiosi, occorre indossare un telo o una cintura che cinga la vita, per tenere a freno gli spiriti impuri, che secondo le loro credenze si anniderebbero nell'essere umano nella parte inferiore del corpo ( e qui non hanno tutti i torti ). Completata la visita del tempio proseguiamo nel periplo della piccola penisola e poco lontano ci rilassiamo nella bella baia di Jimbaran, all'epoca poco frequentata anche perché priva di grandi alberghi, preparandoci a godere di uno di quei magnifici tramonti che hanno giustamente reso famosa l'isola, e Tramonto a Jimbaran Bay, seleziona per ingrandire mentre il sole si tuffa in un orizzonte multicolore iniziamo a capire di non aver viaggiato invano. Dopo che vi sarete ripresi, come noi, da tanto incantato stordimento non mancate di concludere la serata, sull'isola fa buio presto, Cena al Warung Roma, seleziona per ingrandire apprezzando la cucina locale in uno dei tanti Warung che troverete sulla spiaggia. I Warung, termine che generalmente indica una bancarella che vende cibo, sono invece qui dei grandi capannoni di legno aperti sui lati, dove è possibile gustare dell'ottimo pesce alla griglia a prezzi imbattibili. Noi, tanto per non tradire le origini, optammo per quello che si chiamava "Roma", chissà se esiste ancora.

Il giorno dopo, tramite l'operatore locale di Nouvelles Frontieres, effettuiamo un'escursione in minibus. La soluzione non è proprio economica, ma ci consentirà di entrare in confidenza con una simpatica guida locale di nome Tommy, con cui in seguito organizzeremo direttamente altre escursioni, risparmiando così parecchi dollari. Partiamo quindi alla volta del villaggio di Kintamani per ammirare lo splendido panorama del vulcano Gunung Batur che si affaccia sull'omonimo lago; peccato solo che per il tempo limitato e l'approssimarsi della sosta per il pranzo non sia stato possibile compiere la discesa a piedi nell'enorme cratere esterno.Risaie a Tegalan, seleziona per ingrandire Ma quello che gia di per se rende assolutamente imperdibile la gita è la possibilità di ammirare le stupende risaie a terrazze, come nei pressi di Tegalan, sostando su uno dei numerosi tornati lungo la strada che si inerpica in salita. La coltivazione del riso non riveste importanza solo per l'economia dell'isola, ma anche per il fatto di essere un motivo di forte aggregazione all'interno delle piccole comunità dei villaggi per la complicata organizzazione in cui si struttura. I balinesi, riuniti in cooperative, hanno sviluppato da secoli sistemi di irrigazione e tecniche di coltivazione che li hanno resi dei veri e propri maestri in materia, tanto da consentirgli fino a due raccolti all'anno. Quello che però lascia più stupefatti dell'insieme sono la grazia e l'armonia delle forme adagiate lungo i fianchi delle colline, in un caleidoscopio di linee, luci, colori, mirabile composizione da cui traspare la cura quasi religiosa che i balinesi viIngresso del Tempio di Tirta Empul, seleziona per ingrandire profondono. Superate le risaie effettuiamo una piccola deviazione per visitare il tempio di Tirta Empul e Penelokan, al cui interno, in una grande vasca, affiorano le acque sorgive del fiume Pekerisan a cui viene attribuito un potere miracoloso. Sulla via del ritorno, dopo il pranzo e la fuggevole vista panoramica del vulcano, visitiamo prima il caratteristico tempio di Goa Gajah ( Grotta degli Elefanti ), una caverna scavata nella roccia con l'ingresso scolpito a raffigurare la bocca aperta di un grande demone, fermandoci infine nei pressi del villaggio di Sanur, dove in alcuni grandi bazar, oltre a fare acquisti, è possibile assistere dal vivo ad alcune delle fasi della lavorazione artigianale del legno e dei batik, i famosi quadri di stoffa dipinta con motivi tipici.

Il quarto giorno di permanenza sull'isola ci prendiamo una mattinata di riposo bighellonando in spiaggia; ritempriamo cosi le forze nell'attesa di effettuare nel pomeriggio una gita in Rafting. E' stata un'esperienza davvero divertente, circa 2 ore di discesa attraverso le rapide e i canyon dell' Ayung river immersi nella sfolgorante natura della foresta tropicale ( il percorso non presenta particolari pericoli e ad ogni buon conto è presente un timoniere locale sul gommone ). Il giorno successivo decidiamo di affittare una Jeep e di partire alla volta della scoperta della costa sud-occidentale dell'isola. Dopo una breve sosta sulla spiaggia nera di Katling ci dirigiamo verso il tempio di Pura Tanah Lot, uno dei più visitati dell'isola. Lungo la strada, prima vera meta della giornata, visitiamo il paese di Krambitan, dove si trovano alcune belle ed antiche residenze tra cui spicca il Palazzo Reale i cui muri sono rivestiti con piccole maioliche.Pura Tanah Lot, seleziona per ingrandire Raggiungiamo quindi il tempio di Tanah Lot , edificato su una piccola isola raggiungibile a piedi durante la bassa marea. I momenti migliori per visitarlo, peccato che risultino anche i più affollati, sono l'alba ed il tramonto quando i raggi del sole, che fanno capolino dalla linea dell'orizzonte, creano fantastici giochi di luce. La storia racconta che un leggendario sacerdote di nome Nirartha ne abbia consigliato la costruzione dopo essere rimasto affascinato dal luogo, sarà forse anche per questo che è uno templi più venerato dai balinesi. Per motivi religiosi non è possibile accedere all'interno, ma se appartenete alla schiatta dei "non ci credo ma non si sa mai" potete ristoravi alla fonte d'acqua che sgorga in una grotta sottostante e che si dice abbia proprietàTramonto a Kuta miracolose... Terminata la visita, sulla strada del ritorno, non manca che fare una sosta per visitare il paese di Kuta e la sua famosa spiaggia, praticamente una Rimini locale nei periodi di alta stagione. Arriviamo verso le 17.00, ora che deve coincidere con il termine di qualche turno di lavoro perchè veniamo immediatamente fagocitati all'interno di un autentico esodo di balinesi in motorino. Mettetevi l'anima in pace perché se capiterà anche a voi non riuscirete più a muovervi per diversi minuti, impossibilitati a lottare contro un fiume umano a due ruote che vi si riverserà addosso in cerca della più veloce via di fuga ( che stiano tutti correndo a casa a prendere il tè, mah... ). Essendo Kuta una località turistica molto frequentata, il suo tramonto è probabilmente uno tra i più inflazionati al mondo, ma non per questo meno apprezzabile. Per il resto non c'è molto da vedere, a parte la miriade di piccoli e grandi negozi di souvenir che si affacciano sui vicoli affollati, dove potrete trovare praticamente di tutto per i vostri acquisti.

Il sesto giorno sull'isola, di nuovo insieme alla nostra guida Tommy, partiamo in minibus per una nuova escursione. La meta è il più grande e importante complesso di templi dell'isola, il Tempio madre di Besakit. Lungo la strada ci fermiamo a visitare una tipica casa balinese I padiglioni di una casa balinese, seleziona per ingrandire ( a detta di Tommy con i Tour organizzati normalmente non ci si riesce ), certo che in qualche modo sembra di violare la loro privacy andando in giro a curiosare di qua e là, ma appena spunta il piattino per le offerte le cose riprendono la loro giusta dimensione e noi ritorniamo ad essere i soliti turisti che pagano per respirare, anche solo se per poco, un po' di autentica atmosfera locale.L'interno di una cucina tipica, seleziona per ingrandire E' sempre il solito dilemma, quello di cercare di essere un po' più viaggiatori che semplici turisti, ma forse è giusto così e volte, anche se non è possibile compenetrare tutto, basta una piccola emozione vissuta intensamente per avere qualcosa di bello da riportare a casa, come quella volta che casualmente ci invitarono ad assistere ad uno spettacolo di danze tipiche, organizzato in onore dei proprietari giapponesi di non so quale nuovo centro commerciale. Le abitazioni tipiche dei balinesi, che su una piccola lavagnetta affissa sul portone d'ingresso riportano, scritto con il gesso, il nome del padrone di casa ed il numero dei componenti del nucleo familiare, sono circondate da un alto muro ed organizzate all'interno in tanti piccoli padiglioni rialzati privi di pareti laterali, data la temperatura media, ognuno dei quali con una sua funzione specifica, un po' come da noi avviene per le varie stanze della casa. Le successive tappe di avvicinamento a Besakit ci portano a visitare il Palazzo di Giustizia di Klungkung e la grotta di Goa Lawah. Klungkung fu uno dei centri più importanti dell'isola ai tempi della dinastia Dewa Agung e ciò che si può vedere oggi non è che una parte di quello che era il grande complesso reale, il palazzo di giustizia è affrescato con scene pittoriche che rappresentano le varie punizioni comminate a seconda del tipo di reato, c'è da dire che all'epoca non difettavano certo di fantasia e il loro immagginario riguardo all'Inferno non era poi molto lontano da quello descritto da Dante nella Divina Commedia. La grotta di Goa Lawah ( grotta dei pipistrelli ) è invece parte di un tempio più grande che si dice collegato direttamente al tempio madre di Besakit. La grotta è in effetti il rifugio di una colonia di pipistrelli molto numerosa, che un'antica leggenda narra sia il nutrimento di un mitico serpente di casa nella grotta stessa; difficile verificarlo a meno di non avere il coraggio, più che di affrontare il serpente stesso, di superare la barriera mefitica prodotta dai miasmi degli escrementi dei pipistrelli. La grotta gode comunque di molta venerazione tra i locali, che spesso officiano funzioni religiose nei pressi del suo ingresso. Finalmente arriviamo a Besakit il più importante complesso di templi di tutta Bali situato a 1000 mt. di altitudine sulle pendici del vulcano Gunung Agung.Il tempio Madre di Besakit, seleziona per ingrandire La Porta d'ingresso, seleziona per ingrandire Composto da più di 30 costruzioni disposte a terrazze comprende vari santuari, monumenti, e templi dinastici, continuamente meta di pellegrinaggi e funzioni religiose. Antico di almeno un migliaio di anni è per dimensioni, posizione e stato di conservazione il più spettacolare e quello che più d'ogni altro merita una visita. Dopo esserci presi una giornata di relax in spiaggia il giorno successivo, sempre con Tommy, ci rechiamo a Mengwi per visitare il grande tempio di Pura Taman Ayun, santuario principale del regno omonimo. Costruito nel 1634 è interamente circondato da un fossato che racchiude un cortile, una grande distesa erbosa ed un secondo cortile interno più piccolo dove sono presenti numerosi tempietti. Dopo la visita del santuario lasciamo il paesaggio collinare, punteggiato da innumerevoli e belle risaie, ed iniziamo a salire verso il lago Bratan immerso in un ambiente tipicamente montano. Qui sorge il delizioso Pura Ulu Danau. Il tempio di Pura Ulu Danau, seleziona per ingrandire Il tempio, induista e buddista, è circondato da bei giardini con un cortile che si prolunga su una piccola isola. Lasciato il lago proseguiamo sulla panoramica che conduce verso la costa nord dell'isola, lungo la strada che taglia la foresta è facile imbattersi in gruppi di scimmie, che ormai abituate alla presenza dell'uomo si avvicinano in cerca di cibo. Nei pressi si può ammirare la cascata di Gitgit, appena dopo il paese omonimo, e fare una sosta a Singaraja per un bagno ristoratore presso le sorgenti calde di Banjar Tega. L'acqua solforosa proviene da una sorgenteLe sorgenti calde di Banjar Tega, seleziona per ingrandire naturale della zona e viene fatta confluire, sgorgando dalla bocca di sculture raffiguranti mitologici serpenti, all'interno di 3 grandi vasche in cui è molto piacevole immergersi, a parte l'odore, circondati da una vegetazione lussureggiante. Il giorno successivo trascorriamo l'intera giornata nella visita della piccola isola di Nusa Lembongan, che insieme ad altre due isole, Nusa Penida e Nusa Ceningan, è situata proprio di fronte a Bali sulla costa sud-orientale. In effetti, se non siete interessati a fare snorkeling, è un'escursione che potete tranquillamente evitare. Sull'isoletta, i cui pochi residenti sono dediti alla raccolta di alghe utilizzate per svariati usi, non ci sono particolari attrattive, le spiagge non offrono nulla di suggestivo e tra andata e ritorno occorre preventivare almeno 3 ore di viaggio in un braccio di mare non proprio tranquillo. E arriviamo cosi all'ultima giornata sull'isola di Bali prima del nostro rientro in Italia e per non lasciarci trasportare troppo dalla malinconia, guida alla mano, ingaggiamo un simpatico taxista, non prima di aver ingaggiato un'estenuante e divertente trattativa, e partiamo alla scoperta di altri luoghi interessanti. Prima sosta a Pejeng per visitare il tempio di Pura Penataran Sasih dove è custodito un enorme tamburo di bronzo a forma di clessidra, lungo 3 mt. e fuso in un unico pezzo. Seconda tappa, poco distante, per visitare il Pura Gunung Kawi, uno dei più antichi templi dell'isola. Il tempio di Pura Gunung Kawi, seleziona per ingrandire Situato in fondo ad una piccola valle, circondata da verdi colline punteggiate da risaie, si raggiunge utilizzando una ripida scalinata intagliata nella pietra. Il tempio è composto da 10 grandi sacrari scavati nella roccia lungo le pareti scoscese, è simile ad altri grandi templi edificati in India e si ritiene che ogni sacrario, a cui sono collegate alcune celle per i monaci, fosse dedicato ai membri della famiglia reale al potere nell' XI sec. Tutto il complesso sarebbe stato realizzato, secondo una leggenda locale, con il lavoro di una sola notte da parte d'una mitica divinità di nome Kebo Iwa, che con le sue poderose unghie avrebbe da solo intagliato la roccia ( chissà cosa avrà dovuto spendere poi di manicure ). Sulla strada del ritorno sostiamo nuovamente a Pejeng per visitare il tempio di Pura Kebo Edan ( tempio del Bufalo Pazzo ), non senza Il tempio di Pura Kebo Edan, seleziona per ingrandire aver dovuto prima ammorbidire il taxista, che non ne aveva per la quale, con la promessa di un piccolo extra ( ecco perché raccomandavo di specificare in anticipo e in maniera pedante tutto ciò che si vuole fare e vedere). Il tempio custodisce una statua della divinità Bima alta 4 mt., la quale presenta una curiosa anomalia nelle parti basse come si puo vedere bene dalla foto. Termina così il nostro viaggio a Bali. Certo dirà qualcuno, ma questi hanno visitato solo templi e complessi religiosi, ma come raccontarvi di tutte le emozioni raccolte lungo la strada, della vita che ci scorreva accanto, dei bambini sorridenti incontrati all'uscita della scuola, del colore dei mercatini locali, di quella volta che con la macchina ci siamo persi in un paesino immerso tra le risaie e sbucati in fondo ad una stradina, larga poco di più della jeep noleggiata, ci siamo ritrovati di fronte ad una distesa di riso messo ad asciugare, rimanendo poi più sorpresi noi dei contadini che ci invitarono a passarci sopra tranquillamente, e di quella volta che abbiamo fermato un balinese per avere indicazioni su come raggiungere Jimbaran Bay e dopo un quarto d'ora di giri a vuoto abbiamo deciso di fermarne un altro scoprendo che era la stessa persona... Siamo tornati a casa, ma ancora oggi in certe occasioni mi sembra di percepire nuovamente quei dolci profumi, di risentire quelle delicate melodie che ci accompagnavano durante la giornata, di rivedere gli abbaglianti colori delle loro risaie... perché Bali è uno di quei posti magici dove ogni più piccola emozione può divenire un incanto e rimanerti dentro per sempre.


note

Ricordate, tutto cambia. Per questo quello che era vero all'epoca del mio viaggio oggi può non esserlo più !

Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Bali e Lombok" della Lonely Planet, 5° edizione edita dalla EDT nel 1995. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.



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